Non è frequente che una casa mi emozioni, ma questa proprio seduce.

Siamo al terzo ed ultimo piano del palazzo conosciuto come “Vaticano”, perché pare che Papa Pio VII, di ritorno dalla cattività francese, nel 1814 vi abbia brevemente soggiornato.
Il palazzo ha bellissime scale in ardesia e seminato alla genovese, la luce chiarissima del sole pervade l’androne e rende piacevole l’ascesa. Menomale: perché non c’è l’ascensore; però la casa vale la salita.

L’appartamento misura 75 metri quadrati catastali; non ha balconi; è esposto a Sud e ad Ovest.
Dalle grandi finestre gli occhi si riempiono delle migliori virtù di Diano marina: il mare, la passeggiata e i suoi dehors colorati, uno scorcio della chiesa di Sant’Antonio Abate, del lungomare e dei pini.

Il suono della risacca può accarezzare le nostre serate, se lasciamo aperte le finestre.

L’entrata apre alla zona giorno, dove stanno il tavolo da pranzo ed un pianoforte (che il proprietario porterà via con sé). A raggiera le porte per due altre stanze, il bagno e l’accesso alla cucina.

Quest’ultima, di poco separata, è fatta su misura: i mobili sono stati realizzati recuperando antiche gelosie (che detta così fa correre la mente ad antichi amori contrastati, invece ci riferiamo alle persiane in legno, tanto diffuse nelle case di Liguria).
Il rivestimento della parete para schizzi, che ritroveremo in bagno, richiama le “subway tiles”, le piastrelle a mattoncino con smaltatura lucida delle prime metropolitane newyorkesi del Novecento. Qui il soffitto è in assi di legno sbiancate.
Difficile resistere a questo fascino contemporaneo e, ad un tempo, vintage.

Dalla zona living, apro le porte scorrevoli e abbarbagliata da luce e mare, mi ritrovo in un’altra panoramica stanza, rettangolare e con gli spazi per essere un salotto per lettori e cinefili oppure una camera da letto.

A fianco c’è la camera matrimoniale padronale, sempre con vista sui tetti e sul mare.
Tutti gli infissi sono stati realizzati su misura, in legno, con doppi vetri a taglio termico.

Entro in bagno e, meraviglia, mi ritrovo in un piccolo hammam personale.
Tutto è fuori dall’ordinario: luci a soffitto, calde e soffuse, rubinetterie pregiate, piastrelle antiche.

In verità tutti i pavimenti, originali cementine liguri, sono state recuperate con paziente ed amorevole cura e concorrono all’eccezionalità di questa casa.

Sto per congedarmi col sorriso che la casa mi apre, quando il proprietario, il mio amico Duccio Maria, mi invita a fare ancora una rampa di scale, appena fuori dalla porta di ingresso.
Apre una porcina, che fa piegare la testa pure a me che sono diversamente alta e
mi trovo in una piccola stanza bellissima, che è un bagno, oppure un pensatoio sospeso tra il cielo e il mare,
una vecchia colombaia completamente recuperata. Un altro coup de coeur che i Fedeli d’Amore canterebbero con una poesia.

Marzia 3337212297